Il recupero di materia prima da scarto avviene attraverso procedure industriali che non generano emissioni in atmosfera e non utilizzano acque tecnologiche inquinanti; infatti, tutte le trasformazioni nelle lavorazioni di riciclaggio si attuano con processi fisico-meccanici, escludendo fasi chimiche.
Il processo di fusione in leghe secondarie avviene, invece, attraverso due diversi forni fusori: il primo da 50t mediante un processo innovativo, brevettato IT/EU, che prevede il trattamento e la fusione di trucioli (scarti industriali) senza utilizzo di cloruro di sodio.
Il secondo forno fusorio da 70t, progettato internamente e installato nel 2021, utilizza ossigeno per la fusione, risparmiando sull’utilizzo del metano e riducendo di conseguenze le emissioni in atmosfera.
L’intero processo industriale può contare sull’autoproduzione di energia elettrica proveniente da un impianto fotovoltaico installato sui tetti del sito produttivo, capace di generare energia elettrica per il 22.5% dell’intero fabbisogno e di immissione di ossigeno nei forni fusori tramite ossidotto e non tramite trasporto di liquido in cisterne.
Tonnellate di rifiuto di metallo in entrata
Materia prima seconda recuperata
Milioni di investimento/anno
(base 2021)
CO2 risparmiata grazie a utilizzo di materia prima seconda, fotovoltaico, ossicombustione
RISPARMIO DI
RISORSE STRATEGICHE
95% DI ALLUMINIO
RECUPERATO
140.000 t DI CO2
NON IMMESSE IN ATMOSFERA
95% DI RISPARMIO
DI ENERGIA ELETTRICA